giovedì 2 ottobre 2008

Erica callluna (Calluna vulgaris)

L’Erica è un piccolo arbusto (70 cm) annuale o perenne contorto con foglie ellittiche aghiformi lanceolate, lunghe 0,5 cm.; sono disposte su 4 linee lungo i rami. I fiori sono infiorescenze costituite da fiori rosei e lucenti, e costituiscono lunghi grappoli terminali per lo più unilaterali. Hanno calice colorato, corolla campanulata, più piccola del calice con i petali fusi solo alla base. Il frutto è una capsula.
Fiorisce da giugno a settembre dopo la fogliazione
Originaria dell’Europa, Africa con clima mediterraneo.
L'erica è una pianta ornamentale comune nei giardini e a scopo paesaggistico e decorativo come si trova spontanea nella brughiera irlandese. Le foglie assumono un caratteristico colore dorato durante la stagione invernale.
In interno collocare in un luogo fresco e molto luminoso, in esterno posizionare in leggera ombra. Si consiglia di non scendere sotto i 6°-7° C di temperatura
Mantenere il terreno umido senza eccessi e ristagni d'acqua. Può avere problemi per eccesso o per mancanza d'acqua
Si riproduce tramite talea a fine estate, in primavera quando necessario è utile rinvasare.
Il nome calluna deriva dal greco kalluno, cioè scopare. Infatti, sin dai tempi antichi, le branche ramose di questa pianta erano ricercate per fare scope
Contiene un glucoside, tannini e sostanze amare; ottimo antisettico delle vie urinarie; diuretico ed antidiarroico. Gli infusi e i decotti possono essere utilizzati contro le cistiti, le diarree e per favorire l'eliminazione degli acidi urici e, in generale, per tutte le affezioni delle vie urinarie. Il decotto può essere anche usato per gargarismi in caso di mucose infiammate e per compresse destinate a foruncoli e infiammazioni cutanee.Il decotto o l'infuso, aggiunti all'acqua del bagno, danno sollievo in caso di reumatismi e aiutano a migliorare il tono muscolare. Le sommità fiorite finemente tritate possono essere utilizzate per preparare una maschera decongestionante per il viso.
La Calluna vulgaris viene detta anche Brugo, da brucus, termine di origine celtica che indicava la pianta. Da brucus è poi derivato in italiano il termine brughiera, dove l’erica cresce e si sviluppa adattandosi ad un suolo povero di sostanze minerali, acido e arido.
Probabilmente il suo habitat ha ispirato al vocabolario ottocentesco dei sentimenti il simbolo della solitudine, infatti donare l’erica equivale a chiedere un po’ di affetto e compagnia; ma è simbolo anche di Speranza in quanto riesce a crescere là dove nessuna pianta fiorirebbe. Infatti gli animi oppressi da malinconia amavano errare nella solitaria e scarna brughiera dove fiorisce e il suo profumo ed il suo colore infondeva nello spirito uno spiraglio di speranza. Nel calendario astrale delle essenze l’erica, che appartiene al segno dello Scorpione, addolcisce il carattere, attenua la passionalità, favorisce l’aumento della volontà e della perseveranza.

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